“Rovesciare politicamente un approccio che da decenni penalizza i territori periferici, rendendo centrale il Mezzogiorno, e dunque l’Italia, sin dalla prossima legislatura a Bruxelles” – dalle pagine del quotidiano La Verità, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Denis Nesci, lancia la sfida per una nuova centralità del Sud in Europa.
L’ evento dell’ Ecr Party (Partito dei Conservatori europei)– dall’1 al 3 settembre – vedrà la partecipazione di autorevoli speaker, analisti e membri del governo a «fare Europa» nell’affascinante e mitologico scenario di Scilla, nell’estremo Sud della Calabria.
Un’iniziativa importante e per certi versi inedita nel suo genere – spiega il giornalista Mauro Bazzucchi – per tre giorni, dal primo al 3 settembre a Scilla in Calabria, l’ECR Party darà vita all’ “European Culture Weekend”, un’ occasione per fare il punto sulle politiche europee per i territori del Sud e in generale delle periferie del continente. Ai dibattiti ci sarà il proverbiale parterre de roi: con gli interventi dei ministri Raffaele Fitto, Francesco Lollobrigida, Marina Calderone e Nello Musumeci, altri big come Giovanni Donzelli, Anrea DelMastro e Chiara Colosimo, oltre che dei vertici della delegazione di FdI all’Europarlamento (Nicola Procaccini e Carlo Fidanza su tutti). Ma ci sarà soprattutto Denis Nesci, eurodeputato di FdI, che ha fortemente voluto l’evento e “padrone di casa” che ha dichiarato
“Questa iniziativa nasce per dare al Sud e alla Calabria un ruolo da protagonista all’interno della politica europea. L’idea di portare il partito ECR in Calabria per tre giorni è nata proprio per dare centralità al Sud. Anche perché, per usare un eufemismo, il Sud non è in cima ai pensieri della maggioranza che guida la Commissione. L’Europa nell’ultimo periodo ha messo dei paletti ideologici e si è dimenticata della periferia europea, di territori che hanno la necessità di sentirsi protagonisti all’interno dello spazio unico. Escludendo le periferie d’Europa si esclude una parte importante del continente dal mercato unico. Se pensiamo al bacino del Mediterraneo possiamo capire benissimo quale può essere il ruolo strategico del Sud, per esempio come hub energetico. Se ci concentriamo sul Sud ci rendiamo conto che la politica europea finora ha dimenticato totalmente questa parte di territorio e tutte le periferie d’Europa.
Di chi è la colpa di questa esclusione? – chiede il giornalista:
“Degli steccati ideologici. Che non portano a nulla. Penso – ribadisce Nesci – che la gente stia maturando la consapevolezza del fatto che viviamo un momento in cui bisogna certamente andare verso la transizione verde, ma non bisogna dimenticare che l’uomo deve essere al centro di questo passaggio. Non si può escludere l’uomo dalla transizione, come invece prevedeva la legge sul cosiddetto ripristino natura. Con questa tre giorni vogliamo mettere al centro del dibattito europeo l’agricoltura, che deve avere un approccio green, deve essere moderna ed innovativa, ma allo stesso tempo, produttiva e che si proietti nelle sfide del futuro prossimo. Non si può stravolgere l’agricoltura, non si possono imporre le stesse regole a tutti. Questa è ideologia, mentre noi stiamo cercando di mettere sul tavolo una politica di buonsenso, perché in caso contrario si fallisce, come infatti stanno fallendo le politiche attuali di Bruxelles”.
“Da dove si riparte dunque, se può anticiparci qualche contenuto”… sempre il giornalista della Verità.
“Dalla valorizzazione delle periferie, e fare soprattutto in modo che queste non si spopolino. Finalmente la Commissione europea si è accorta che c’è la necessità di intervenire affinché i nostri talenti non se ne vadano, indebolendo così questi territori e le nazioni stesse. Ci sono delle proposte concrete, come la “trappola dei talenti” una legge perla quale io in commissione al Parlamento europeo sono relatore ombra” – ha concluso Nesci.