Smart&Start Italia: incentivi per le startup - On. Denis Nesci

Smart&Start Italia è l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico in tutte le regioni italiane

L’obiettivo è stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale, valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica e incoraggiare il rientro dei «cervelli» dall’estero.

Smart&Start Italia finanzia le startup innovative costituite da non più di 60 mesi e iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese.

Possono richiedere il finanziamento:

startup innovative di piccola dimensione, costituite da non più di 60 mesi

team di persone fisiche che vogliono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero, o cittadini stranieri in possesso dello “startup Visa”

imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano.

Non sono ammissibili le iniziative riconducibili:

al settore della produzione primaria dei prodotti agricoli;

rivolte al sostegno ad attività connesse all’esportazione;

al settore carboniero, relativamente agli aiuti per agevolare la chiusura di miniere di carbone non competitive.

In data 1 giugno 2023 sono stati firmati due decreti per lo stanziamento di Euro 108.000.000,00 che rifinanziano “Smart&Start Italia” di cui:

Euro 8.000.000,00 del Fondo per la crescita sostenibile, agli investimenti di startup innovative localizzate nelle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo;

Euro 100.000.000,00 del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” alle iniziative imprenditoriali innovative delle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

L’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero, senza alcuna garanzia, a copertura dell’80% delle spese ammissibili.

Questa percentuale può salire al 90% se la startup è costituita interamente da donne e/o da giovani sotto i 36 anni, oppure se tra i soci è presente un esperto col titolo di dottore di ricerca italiano (o equivalente) che lavora all’estero e vuole rientrare in Italia.

Le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono godere di un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire così solo il 70% del finanziamento ricevuto.

Il “Decreto Rilancio” del 20 maggio 2020 ha esteso il contributo a fondo perduto (il 30% del finanziamento concesso) anche alle startup innovative localizzate nel Cratere sismico del Centro Italia.

Il finanziamento va restituito in 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota di finanziamento ricevuto.

È previsto un punteggio aggiuntivo in fase di valutazione per le iniziative che:

attivano collaborazioni con incubatori, acceleratori d’impresa, compresi gli innovation hub e gli organismi di ricerca;

operano al Centro-Nord e realizzano piani di impresa al Sud;

dispongono di un accordo di investimento con un investitore qualificato;

dispongono del rating di legalità.

Le sole startup innovative costituite da non più di 12 mesi possono usufruire di servizi di tutoraggio tecnico-gestionale identificati in base alle caratteristiche delle startup. Il valore dei predetti servizi è pari a 15.000 euro per le startup localizzate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e a 7.500 euro per le startup localizzate nel restante territorio nazionale.

Le startup già ammesse alle agevolazioni possono chiedere di trasformare in fondo perduto una quota del mutuo se nella società vengono realizzati investimenti in capitale di rischio nella forma di investimento in equity, o di conversione in equity di uno strumento in forma di quasi-equity da parte di investitori terzi o di soci persone fisiche.

L’investimento nel capitale di rischio deve essere almeno di Euro 80.000,00, avere una durata minima di tre anni e, nel caso di apporto da parte di investitori terzi, non deve determinare una partecipazione di maggioranza. Il finanziamento agevolato è convertibile fino a un importo del 50% delle somme apportate dagli investitori terzi e, comunque, non oltre il 50% del totale delle agevolazioni concesse alla startup.

Sono ammissibili alle agevolazioni i piani di impresa, di importo compreso tra Euro 100.000,00 ed Euro 1.500.000,00, aventi ad oggetto la produzione di beni e l’erogazione di servizi che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:

significativo contenuto tecnologico e innovativo;

sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things;

valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca).

I piani d’impresa possono essere realizzati anche in collaborazione con organismi di ricerca, incubatori e acceleratori d’impresa, Digital Innovation Hub.

Smart&Start Italia finanzia piani d’impresa comprendenti le seguenti categorie di spese:

immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica, purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa;

immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, quali brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;

servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa (progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche, servizi forniti da incubatori e acceleratori d’impresa e quelli relativi al marketing ed al web-marketing, costi connessi alle collaborazioni instaurate con organismi di ricerca ai fini della realizzazione del piano d’impresa);

personale dipendente e collaboratori nella misura in cui sono impiegati funzionalmente nella realizzazione del piano d’impresa.

Nei limiti del 20% delle predette spese è altresì ammissibile a contribuzione un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante connesse al sostenimento di spese per materie prime, servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa (ivi compresi quelli di hosting e di housing) e godimento di beni di terzi.

I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.

Le domande possono essere inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma web di Invitalia a partire dal 20 Gennaio 2020.

Si tratta di una misura a sportello. Le domande sono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo e non ci sono graduatorie.

La valutazione segue una serie di criteri di merito e l’istruttoria prevede un colloquio diretto con i proponenti per approfondire gli aspetti del progetto.

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