“Il rinvio delle elezioni in Calabria sicuramente è un fatto anomalo
rispetto alle altre competizioni amministrative degli altri comuni. La
Calabria, dopo la morte della sua presidente Santelli, è ingessata,
immobile ed incapace di affrontare funzionalmente le grandi sfide
sociali ed economiche alle quali è chiamata. I consiglieri regionali
congedati, le commissioni ferme al palo; perché in questo regime
amministrativo, sono consentiti solo atti indifferibili ed urgenti;
uno stallo insopportabile per altri 8 mesi. Come può una regione come
la Calabria, che non gode sicuramente di infrastrutture adeguate, che
ha un tasso di disoccupazione elevato, che ha un sistema sanitario
commissariato da anni e che è il peggiore dell’Italia (non certo per i
medici ed il personale sanitario che rappresentano un’assoluta
eccellenza), guardare al futuro con la consapevolezza di ripartire con
forza e risolutezza? Si sta combattendo una pandemia e l’unica arma
che abbiamo è il vaccino, ma sulla campagna di somministrazione siamo
l’ultima regione d’Italia con il 59,6% di dosi effettuate. Dai dati
del governo risultano 193.580 dosi consegnate e 115.433 somministrate;
vorrei capire di chi sia la responsabilità? La Calabria è una regione
che tra qualche mese potrebbe concentrare la sua ripartenza nel
settore turistico, viste le caratteristiche che la natura ci ha
regalato, ma non lo potrebbe fare con questo ritmo di lavoro. Si deve
alzare la voce e chiedere al Governo di predisporre iniziative a
tutela del tessuto produttivo ed economico – una su tutte la piena
funzionalità legislativa del Consiglio – pretendendo che i fondi per
la Calabria del recovery plan siano frutto di un percorso dal basso,
nato da un dibattito politico, che possa adeguare tali interventi alle
esigenze reali dei calabresi. Si deve alzare la voce superando anche
lo steccato politico che vede al Governo centrale una composizione
multiforme di partiti che non hanno una visione comune. Come Fdi
abbiamo chiesto fiducia ai calabresi per poter risollevare la Calabria
dalla palude in cui era finita dopo la gestione del centro sinistra,
pertanto, restiamo coerenti e vogliamo mantenere l’impegno preso. Non
asseconderemo giochi di palazzo costruiti a Roma col rischio di
ricaduta sui calabresi. Si cambi passo confrontandosi con il Governo
con pari dignità, senza subire le scelte poco gratificanti per la
nostra terra. E se così non fosse, qualcuno si assuma la
responsabilità con i calabresi.”.